LABORATORIO DI FISICA
Piano inclinato di Galilei
|
|
Luciano Troilo, Creato con GeoGebra |
NOTA STORICA
Piano Inclinato di Galilei
Per studiare qualunque moto occorre misurare tempi e spazi. La misura di
lunghezze, anche nel 1600, non presentava alcun problema, ma per quanto
riguarda i tempi occorre inventarsi nuovi strumenti di misura a causa
dell’assenza di orologi di qualunque tipo, se si escludono le non affidabili
clessidre.
Galilei dispose dei campanelli lungo il piano inclinato in modo che il suono da essi prodotti al
passaggio della palla avesse un ritmo costante.
In questo modo la posizione dei campanelli indicava la posizione
occupata dalla palla dopo uno, due, tre... unità di tempo.
Nella simulazione si accendono delle spie luminose ad intervalli
regolari
MISURE
ATTIVITA'
Lungo un piano inclinato sono disposte 4 spie luminose che si
accendono sequenzialmente ad un intervallo di tempo definito dal
"timer". L'esperimento consiste nel disporre le spie luminose in modo
che si accendano quando vi passa la palla. La distanza di ogni spia
dall'inizio dello scivolo è data rispettivamente da S1,S2, S3 ed S4.
In questo modo conosciamo la distanza percorsa dallo sciatore dopo
1, 2, 3, 4 intervalli di tempo.
Per facilitare il compito iniziare con una simulazione molto
rallentata, premere "STOP" quando si accende la prima spia e spostarla
nella posizione della palla. Seguitare per le altre spie e ripetere
affinando il risultato ed eseguendo la simulazione più velocemente.
Riportiamo le coppie di valori Ti-Si in
un foglio Excel e verifichiamo l'ipotesi: "un corpo che scivola
lungo un piano inclinato percorre uno spazio che è direttamente
proporzionale al quadrato del tempo trascorso".
TEORIA
Gli esperimenti di Galilei
“In un regolo, o
vogliàn dir corrente, di legno, lungo circa 12 braccia, e largo per un
verso mezzo braccio e per l’altro 3 dita, si era in questa minor
larghezza incavato un canaletto, poco più largo d’un dito; tiratolo
drittissimo, e, per averlo ben pulito e liscio, incollatovi dentro una
carta pecora zannata e lustrata al possibile, si faceva in esso scendere
una palla di bronzo durissimo, ben rotondata e pulita”.
Con questi
accorgimenti Galileo vuole rendere trascurabili gli effetti
dell’attrito.
“Elevando sopra il piano orizzontale una delle estremità
(del regolo) un braccio o due ad arbitrio, si lasciava (…) scendere per
il detto canale la palla, notando (…) il tempo che consumava nello
scorrerlo tutto, replicando il medesimo atto molte volte per assicurarsi
bene della quantità del tempo (…). Fatta e stabilita precisamente tale
operazione, facemmo scender la medesima palla solamente per la quarta
parte della lunghezza di esso canale; e misurato il tempo della sua
scesa, si trovava sempre puntualissimamente esser la metà dell’altro”.
Galilei. "Discorsi e dimostrazioni matematiche
intorno a due nuove scienze"
Ripetendo la
misura per distanze diverse, Galileo deduce che lo spazio percorso è
sempre proporzionale al quadrato del tempo impiegato a percorrerlo. In
altri termini, se i tempi sono rappresentati da 1, 2, 3, 4, 5… gli spazi
percorsi sono rispettivamente rappresentati da 1, 4, 9, 16, 25… Questa è
la prima descrizione del tipo di moto definito, da Galileo in poi,
“uniformemente accelerato”.
ESERCIZI
Torna alla pagina principale